Il corpo è il tramite della trasformazione e della fruizione del mondo. Ciò che nel mondo esiste non può non essere spiegato, utilizzato, compreso e goduto al di fuori di un intervento corporeo. Il corpo è il ministro della produzione e della fruizione. Il gioco è un’azione volontaria e condivisa, una occupazione emozionale e sensoriale sottesa dalle regole create e che determina uno stato tensivo e una pulsione alla realizzazione del target, accompagnate da uno stato di gioia o di rabbia, di energia fisica e psichica, ma soprattutto di condivisione. Il gioco è una area di esperienza, un atteggiamento nei confronti di sé e del mondo che consentono una presa di coscienza e una distanza dalla vita ordinaria, non come fuga ma come situazione di ricarica. La separazione dall’ordinarietà è più una circoscrizione mentale che fisica, un distanziamento che, paradossalmente consente il contatto. Nel gioco ci si isola temporaneamente dalla realtà per entrare in contatto con una dimensione alla quale si aderisce pienamente con concentrazione, partecipazione e coinvolgimento.