ASD 總 會 功 夫 武 术
Sifu MAURIZIO Di Bonifacio
La Danza del Drago
| Mitologia Nel Panteon cinese, tra animali mitologici, saggi immortali e divinità animiche, il Drago e’ l’animale piu’ sacro ed era l’emblema stesso dell’Imperatore, emanazione divina e simbolo di forza e benevolenza; la sua leggenda nasce 5ooo anni fa, insieme alla cultura stessa del popolo cinese. La Danza del Drago e’ già molto popolare nella Dinastia Sung (960-1279 A.C.) e si e’ mantenuta viva fino ad oggi. La maschera ed il corpo del Drago possono essere di vari colori: dorato, verde, rosso fiammeggiante o di colori differenti. La Danza può essere eseguita sia di giorno che di notte ed il corteo di danzatori che la esegue è paragonato all’onda del mare, fedele e naturale rappresentazione di un Drago celeste. Rappresentata in occasione dell’anno nuovo, così come nell’antica Cina, questo animale era considerato benevolo e provvidenziale, simbolo di lunga vita, fortuna e portatore di pioggie, vitali per le terre e i raccolti futuri. Non è a caso che per tale capacità propiziatoria si sia legato al mondo del Kung Fu, anche perché le sue movenze sono difficili e richiedono una notevole preparazione fisica. Il Drago e’ portato da 9 atleti ed è lungo circa 20 mt, anche se si costruiscono draghi molto più lunghi in occasioni particolari, portati da 20 e più persone. Durante la sua performance l’animale segue un leader che danza in testa al corteo, portando una lanterna o una perla (rappresenta la Luna, la saggezza, la fortuna) in cima ad un bastone, con la quale guida le movenze del Drago e ne gestisce i ritmi insieme alla banda dei tamburi, piatti, gong. La coreografia è spesso arricchita dalla danza del Leone e si compone oltre che del ritmo del tamburo anche di elementi pirotecnici e fumi colorati. |
https://youtu.be/4sC-DULLJUc |
Breve Storia della Mitologia Cinese
Le storie mitologiche si perdono nella notte dei tempi, ma è durante le Dinastie Wei e Jin (220-420 D.C.) che gli scrittori, influenzati dalle idee degli alchimisti e delle superstizioni Taoiste e Buddiste, si cimentarono nel narrare storie su divinità e fantasmi. Nel periodo successivo, sotto le Dinastie del Nord e del Sud ed in seguito durante la dinastia Tang, molti narratori conosciuti e poeti si cimentarono nella scrittura di vere e proprie storie che riflettevano i vari aspetti della natura umana e della vita quotidiana.
Queste storie, nella loro struttura, non sono brevi appunti o aneddoti come le fiabe prodotte nelle epoche precedenti, ma racconti ben strutturati con personaggi distinti ed intensi, complotti interessanti, divinità, fantasmi, spiriti di animali e loro incarnazione, spiriti sapienti, mostri mitologici.
Le opere letterarie di stampo mitologico tipiche della Dinastia Song, influenzano la narrativa dell’epoca Tang, anche se a non raggiungono mai quei livelli. Uno dei romanzi nel campo della narrativa, che merita di essere menzionato, e’ la raccolta Taiping Guangji che risale al 976-983 D.C., una raccolta di circa 7.000 storie, selezionate in circa 300 libri, molti dei quali sono andati persi e pubblicata prima e durante gli anni della Dinastia Song. La maggior parte di queste 7.000 storie parlano di divinita’ maschili e femminili, fate e fantasmi. In epoca Song si ritrovano con il nome di "appunti per narratori"
Durante le Dinastie Yuan, Ming e Qing che proseguono l’ormai conosciuta arte della narrativa, esistono novelle in dialetto come Il Romanzo dei Tre Regni, I Margini dell’acqua, Pellegrinaggio a ovest, Gli Studiosi e Il Sogno del Palazzo Rosso.
Nei primi periodi della Dinastia Qing, appare un’antologia di storie mitologiche scritte in stile classico di Pu Songling che per parecchio tempo fu un libro popolare, celebrato ed apprezzato.
Dopo Pu Songling, Ji Yun, che primeggia nella raccolta Siku Quanshu, scrisse un libro che raccoglie aneddoti, racconti e fiabe su divinità dei boschi, volpi e fantasmi.
La Danza del Drago
Nella cultura cinese il Drago è l’animale più sacro, considerato amichevole e provvidenziale, simbolo di lunga vita, fortuna e portatore di piogge ed assunto come emblema dell’Imperatore; simbolo di forza e benevolenza. La Danza del Drago e’ una tradizione ancora viva e molto popolare, affermatasi nel folklore cinese durante la Dinastia Sung (960-1279 A.C.).
La maschera ed il corpo del Drago possono essere di vari colori: dorato, verde, rosso fiammeggiante o di colori differenti, anche la lunghezza è variabile (ci sono infatti Draghi portati da 20 e piu` persone). La Danza viene eseguita sia di giorno che di notte (Loung Ye è il drago fosforescente che si usa di notte) ed il corteo di danzatori che la esegue è paragonato all’onda del mare, fedele e naturale rappresentazione di un drago celeste.
Le performance del drago vengono eseguite in occasione dell’anno nuovo, come rito propiziatore. La sua danza è guidata dalla perla (che rappresenta la Luna, la saggezza, l’energia dell’universo), portata da un atleta su di un lungo bastone, con il quale guida la danza stessa e da la direzione al drago, il quale eseguendo volute, onde, incastri e sovrapposizioni spesso complicate e che necessitano di un addestramento costante, tenta di raggiungere la sfera per divorarla.
Un sottofondo musicale di Tamburi, piatti e gong suonando aritmicamente, seguono i movimenti del Drago.
La Danza del Drago ed il Kung Fu
Molte scuole di Kung-Fu affiancano al loro percorso formativo lo studio della danza del Drago che viene rappresentata durante feste, manifestazioni ed eventi legati alla cultura cinese.
Si forma così un gruppo di atleti che portano il Drago, guidati dal leader che attraverso complicati movimenti, animerà questa fantastica creatura, nel suo tentativo di raggiungere la Luna.
La Danza del Drago e’ difficile e necessita di affiatamento, collaborazione e allenamento.
I movimenti ondeggianti del suo corpo infatti, controllati attraverso bastoni sulla cui cima si trova un archetto fissato sotto il mantello che rappresenta il corpo dell’animale, richiedono una notevole dose di coordinazione fisica e tecnica anche nell’uso del bastone affinchè il Drago, nelle sue movenze sembri un corpo solo.
Anche questa danza marziale richiede quindi impegno costante, perchè necessita di grande sincronia e lavoro di squadra durante l’esecuzione delle tecniche e dei movimenti.
https://youtu.be/oO1wdDGjCjI |
LONG IL DRAGO NELLA CULTURA CINESE
“Credere nelle favole non è male. Cercare il simbolo nascosto delle favole è meritorio”
Calvino
IDEOGRAMMA LONG – DRAGO
Carattere semplificato - Stile kai (regolare) Carattere tradizionale - Stile kai (regolare)
Carattere semplificato - Stile xing (corsivo)
https://youtu.be/EjbvHyZMyXQ |
il drago, è sempre stato importante per i cinesi come simbolo di vita, come emblema dell’imperatore, come emanazione dell’energia dell’universo e come motivo decorativo nell’arte e nelle feste popolari.
Anticamente si recitava….
“ Il drago era il re di tutte le creature ricoperte da squame, più lungo rispetto a un pesce, e poteva rendersi visibile o invisibile, sottile o grosso, corto o lungo; saliva al cielo nell’equinozio di primavera e discendeva verso l’abisso profondo nell’equinozio d’autunno». Secondo la leggenda riportata nel Libro dei monti e dei mari « Ying Long, il Drago era il dio che si invocava per ottenere la pioggia.”
Secondo gli antichi libri « Il drago era la cavalcatura dell’Imperatore del cielo e le genti delle tribù di Yandi, Yao, Hu del Nord, Yue del Sud e Shan Miao erano adoratori del drago; essi si chiamavano eredi del drago, loro progenitore e protettore ».
Il drago per la cultura antica aveva attributi divini, poteva trasformarsi in qualsiasi animale, era capace di chiamare a se il vento e la pioggia, di controllare le forze della natura, era la divinità animale che li aiutava in battaglia. Sull’origine del drago, le opinioni sono diverse, ma di sicuro deriva dall’evoluzione delle culture arcaiche animiste.
Nei libri cinesi antichi ci sono molte descrizioni circa le caratteristiche del drago, ma durante la dinastia dei Song settentrionali (XI sec.), la sua figura si definisce ed assume la forma caratteristica, associata spesso a eroi leggendari.
Nelle antiche leggende, Yang Di e Yao Di, si dice fossero figli di Gan Long (il drago Gan) che la regina madre aveva sognato , prima della loro nascita; costoro erano i capi dei clan patriarcali del tempo antico. Poiché Yang Di e Yao Di vissero durante il periodo di transizione dalla società matriarcale a quella patriarcale, e cioè nel periodo tardo della cultura Yangshao (cultura neolitica del villaggio Yangshao) e nel periodo della cultura Longshan (4-5000 anni da ) anche il simbolismo del drago deve essersi formato nello stesso periodo.
Durante il periodo del regno Liu Bang della dinastia Han Occidentale (III sec.A.C.), prese il significato di antenato del clan dominante e simbolo del potere imperiale. Durante il periodo delle dinastie Yuan, Ming e Qing, si decretò che soltanto per la famiglia imperiale, dove si concentrava il potere, il drago poteva essere rappresentato, nei costumi imperiali, nei recipienti comuni e nell’edilizia; ovunque vi era l’immagine del drago, a dimostrare pienamente l’idea che il potere dell’imperatore venuto dal cielo. Per il popolo il drago non solo era il rappresentante dell’imperatore: sin dal tempo antico, la danza del drago, la corsa delle barche a forma di drago erano attività ricreative popolari durante la festa di Primavera. Le preghiere per la pioggia con la danza del drago cominciarono durante la dinastia Han. Durante la dinastia Tang, re-draghi dominavano i laghi, i fiumi e i mari, erano responsabili della pioggia e della sicurezza della navigazione.
Concludendo, l’evoluzione del drago, inizia 5000 anni fa, si sviluppa in sincronia con la nazione cinese, si unisce alla storia, l’ideologia, le religioni, la mitologia, la letteratura e l’arte, il folklore, con ricche motivazioni interne e forza suggestiva. Padroni della Pioggia e delle manifestazioni delle forze celesti, si credeva che i draghi lasciassero i propri rifugi terrestri o le profondità degli oceani, in aprile, per salire in cielo e da lì far cadere la pioggia tra i lampi e il fragore del tuono. Così annunciavano il risveglio della natura e delle sue energie. Poi, all`equinozio d`autunno, ridiscendevano sulla terra e negli abissi oscuri dei mari. Nelle superstizioni popolari il drago ha svolto in ogni tempo un ruolo preponderante, come non si può fare a meno di constatare. Così, per molto tempo, nel nord della Cina, i contadini sono stati incuriositi da strane ossa fossili che capitava loro di dissotterrare spesso e che, con la massima naturalezza, chiamavano "ossa di drago". Di fatto questi resti fossilizzati di dinosauri del trias superiore, che hanno da 70 a 225 milioni di anni, hanno contribuito a mantenere forte la veridicità di certe leggende. Nella mitologia antica, i draghi fungevano da veicoli o da traino per le grandi divinità, come per il Padre d`Oriente e la Regina Madre d`Occidente o Huangdi, l`Imperatore Giallo, sovrano leggendario. Durante il periodo della "società primitiva", il drago fu il simbolo delle forze soprannaturali. Con il passare dei secoli, il drago nel Medio Evo assume una forma sempre più fantastica, e l`imperatore si impadronisce della sua immagine, facendone un suo antenato. Nella società feudale, divenne simbolo dell`autorità assoluta dell`imperatore. Lo si vedrà raffigurato su lingotti d`argento che servivano da moneta, e sul trono imperiale, chiamato precisamente "Trono del Drago". Dall`XI secolo, come si può osservare su alcuni affreschi di Dunhuang, viene inserito nei grandi dischi e quadri posti sul petto delle vesti, ricamato sugli abiti e sulle cappe di importantissimi personaggi, e sui flabelli e parasoli portati dai loro fedeli servitori. Il drago a tre artigli era già visibile sulle vesti Tang (618-907), e diventa un elemento costante durante la dinastia Yuan (1279-1367). Alcune leggi suntuarie, severe, promulgate nel XIV secolo, autorizzavano i nobili e gli alti funzionari a portare una veste decorata di draghi ricamati, riservando ai sovrani e a certi principi i draghi con cinque artigli. A partire dai Ming (1368-1644) e durante la dinastia Qing (1644-1911) soprattutto, queste vesti semi ufficiali, di gala, dette esattamente "vesti-drago", divennero sempre più frequenti. Accenniamo al tema dei Nove Draghi e dei disegni a inchiostro di Chen Rong: si ritrova su una serie di grandi muri schermo, in ceramica policroma smaltata, conservati a Pechino (nella città proibita e nel Parco Beihai) e a Datong. Su una lunga fascia che si distende in larghezza, nove draghi fantastici, disposti a fregio e di colori diversi, si contorcono in mezzo a onde e nubi. Una credenza popolare in effetti distingueva nove specie diverse di draghi (con nomi precisi).
JIU LOONG
I nove Draghi
Pulao viene sempre raffigurato sulle campane e sui gong;
Qiuniu, ama la musica di tutti i generi;
Bixi (appassionato di letteratura) viene raffigurato in cima alle steli e sulle mensole, mentre Baxia alla base delle stesse, in quanto capace di sopportare grandi pesi.
A volte si trovano sculture di tartarughe che portano sul dorso delle pesanti stele commemorative, alle teste vengono conferiti i lineamenti del drago Baxia;
Chaofeng appare alle estremità scolpite delle travi dei tempi per la sua inclinazione al pericolo;
Chiwen orna le balaustre dei ponti, avendo una spiccata passione per l’acqua;
Suanmi è scolpito sul trono di Buddha per la sua propensione al riposo;
Yazi è raffigurato sull`elsa delle spade;
Bi’an in fine, si allunga sull`architrave e sulle porte delle prigioni.
lungi dall`essere una creatura inquietante e apocalittica, il drago in Cina ha sempre suscitato la simpatia di tutti e, al tempo della dinastia Mancese, ognuno fremeva per poter essere ammesso nell`ordine del Doppio Drago, e portare sul petto una medaglia su cui erano raffigurate due di queste creature benefiche. Il drago, essendo di buon augurio, poteva portare soltanto felicità, ricchezza e prosperità. Si capisce perciò l`enorme e duraturo successo di questo tema che si mantiene vivo da più di trenta secoli. Molti cinesi continuano a battezzare i propri figli con il nome "Long", drago, e ai candidati che hanno superato brillantemente esami e concorsi, nonché agli accademici viene a loro volta conferito il titolo di "drago".
Chiunque volesse iscriversi al corso specifico di Danza del Drago può contattare direttamente il Sifu Maurizio Di Bonifacio;
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